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Achraf Khalis – Stop Motion

a cura di Graziella Melania Geraci

Gli scatti di Achraf Khalis, giovanissimo fotografo marocchino, costruiscono sequenze dinamiche in cui la successione degli eventi viene registrata senza enfasi, quasi fossero a rallentatore come in un video in stop motion. Le immagini rivelano la volontà di soffermare lo sguardo sui particolari e sui gesti che diventano narrazione lenta e meditazione visiva. Il rapimento estetico che il fotografo riesce a svelare nella luce calda delle scene spontanee coinvolge gli aspetti reconditi della realtà, parte dall’innesto immaginativo che entra nella relazione con il mondo. Tutto è immobile e silente, anche le risate diventano mute, i rumori si allontanano mentre l’estasi visiva avvicina al soggetto ritratto, sono uomini e donne presi nel quotidiano ma la cui poesia è esplorata con leggerezza e delicatezza.

Achraf Khalis (nato nel 2000, Casablanca, Marocco) è un fotografo documentarista. Dopo aver conseguito la laurea in psicologia, la sua profonda passione per l’arte lo porta ad intraprendere la carriera artistica come fotografo autodidatta. Inizialmente ha coltivato la sua passione utilizzando il telefonino prima di scoprire la fotografia analogica, per poi passare alla fotografia digitale.

Le sue prime esperienze teatrali durante l’infanzia hanno acceso una passione duratura per il cinema, influenzando il suo percorso creativo.

Nel suo viaggio fotografico, ha scoperto la sua passione per la narrazione visiva attraverso una fortuita introduzione all’arte. Scattare foto ai festival inizialmente ha aperto la strada alla sua immersione nel mondo della fotografia, portando infine alle sue prime opportunità professionali. I primi passi, spesso come assistente, lo hanno esposto a diversi progetti. Come fotografo autodidatta, il suo impegno per la crescita lo ha portato a immergersi nei workshop, ognuno dei quali funge da trampolino di lancio nella sua evoluzione artistica.

La sua ricerca principale è catturare le persone nei loro momenti più sinceri e genuini, dove le vere emozioni si manifestano in modo naturale, alleggerite dalla consapevolezza della fotocamera. La sua visione artistica trae ispirazione dai paradossi inerenti sia la società che osserva sia a quella in cui vive. Come studente di psicologia, il suo lavoro è influenzato dalla ricerca psicologica, infondendo un ulteriore livello di profondità e comprensione nelle dinamiche emotive che cerca di catturare. Appassionato di arte contemporanea, filosofia e cinema, queste influenze modellano in modo significativo il suo processo creativo e lo guidano nella creazione di scene poetiche all’interno della sua fotografia.